Ciao Tonino!

Se sei nato negli anni settanta e negli anni ottanta eri un bambino che sognava di diventare un giornalista sportivo, avevi come oggi tre strade, i giornali, la radio e la televisione, ma erano tre mondi che difficilmente si intersecavano, il cronista sportivo era sempre e soltanto tale e non sconfinava mai nello show business, non ambiva a varcare i confini del giornalismo per trasformarsi in uno show man.
Non capitava, per intenderci, che uno Zazzaroni qualsiasi diventasse giudice di un programma televisivo di ballo, non capitava che uno Gentili qualsiasi lasciasse la radio per fare l’opinionista in tv e non succedeva che Paolo Valenti si mettesse in testa di voler scrivere un editoriale sulla Gazzetta.
Negli anni ottanta se volevi fare il giornalista avevi dei modelli chiari e definiti da seguire.
Io sognavo di scrivere per un giornale sportivo, ma ero anche affascinato dal mondo della televisione ed in quel periodo il calcio in tv era essenzialmente Novantesimo Minuto ed il sogno era quello di fare l’inviato per la mia squadra del cuore da una delle sezioni regionali.
Non esisteva ancora il calcio business di oggi, non c’erano le pay tv, non c’era Sky, non c’era Mediaset Premium, non c’erano le partite in diretta in tv, ma solo alla radio, c’era soltanto la palpitante attesa dei goal in Novantesimo Minuto.
E lì ti sentivi in famiglia, perché Gianni Vasino, Giorgio Bubba, Luigi Necco e Cesare Castellotti sembravano più delle persone comuni che dei giornalisti inarrivabili.
In tal senso un personaggio colpiva l’immaginario collettivo più di tutti: un signore timido,un po’ impacciato, dallo sguardo buono, sempre garbato, sempre gentile, mai fuori dalle righe che più di tutti gli altri mi aveva sempre dato l’impressione di poter essere l’incarnazione del mio sogno.
Mi dicevo che se ce l’aveva fatta lui, ce la potevo fare anche io, rivedevo la mia ingenuità e il mio candore di bambino in un signore che sembrava bambino anche lui, un signore che aveva realizzato lo stesso sogno che avevo io.
Quel signore era Tonino Carino da Ascoli, quel signore oggi non c’è più.
Quel signore, per una volta, merita la prima pagina.

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Articolo di Mike75
A Cura del Gruppo Giornalistico di ScudettoWeb

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3 Responses

  1. utente anonimo ha detto:

    Un doveroso grazie di CUORE da tutti coloro che come me riempivano gli spalti dello stadio ''Cino e Lillo Del Duca'' di Ascoli Piceno. La società ed il popolo bianconero hanno perso due grandi uomini, icone del calcio, invidiati da tutta l'Italia, il grande presidente Costantino Rozzi e da pochi giorni lo straordinario giornalista Tonino Carino.
    Ringraziandovi ancora concludo con FORZA ASCOLI!!!

    Ciao Lux

  2. utente anonimo ha detto:

    Ciao Tonino…… eri e resterai per sempre un GRANDE!

  3. Kaisernik ha detto:

    Grazie ad entrambi per la visita sul blog, e per i commenti di apprezzamento, anche se in un occasione non proprio felice

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