E il galletto alza la cresta

C’è chi lotta per lo scudetto, c’è chi vuole andare in Champions, c’è chi cerca un posto in Uefa, c’è chi vuole rimanere in A e c’è chi in A ci va con diverse giornate di anticipo.
E’ il caso del Bari, la squadra del cuore dei fratelli Matarrese che dopo quasi dieci anni di purgatorio nella serie B, un fortunoso ripescaggio dopo la retrocessione in C nel 2004 e una serie di piazzamenti nella serie cadetta poco edificanti per una città con una grande platea calcistica alle spalle è riuscita nell’impresa di tornare nella massima serie e lo ha fatto grazie ad un allenatore campanilisticamente scomodo: Antonio Conte.
L’ex giocatore juventino nasce a Lecce nella città calcisticamente rivale del Bari e paga inizialmente lo scotto della perplessità dei tifosi biancorossi che non vedono di buon occhio un nemico alla guida della loro squadra (non sapendo che Conte è leccese solo di nascita, ma mai ha dimostrato attaccamento alla sua città natia, né tanto meno alla squadra giallorosa), per poi diventare il condottiero che fa ottenere prima una comoda salvezza ai galletti e poi una storica promozione.
Il Bari vince il campionato al termine di una cavalcata trionfale impreziosita da prestazioni convincenti, da calcio spettacolo e, come dicono i maligni, da qualche rigore di troppo ricevuto a favore e non fischiato contro (evidentemente è il destino delle squadre prime in classifica).
E’ doveroso, allora, anche da parte nostra fare un augurio alla città e alla tifoseria pugliese di un bentornato in serie A: ma adesso viene il difficile, senza Conte e con un presidente restio a spendere bisognerà difendere il patrimonio conquistato quest’anno.
Arrivare in A è tanto difficile, quanto rimanerci e poi in fondo non bisogna dimenticare che Bari inizia sempre con la B.

P.S. per approfondimenti, articoli precedenti e molto altro ancora sul mondo SW, potete consultare il Blog curato da Mr. Kaiser: https://scudettowebblog.altervista.org

Articolo di Mike75
A Cura del Gruppo Giornalistico di ScudettoWeb

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