God saves the King

Chi vince è antipatico.
E’ una delle regole non scritte dello sport.
Era antipatica la Juventus quando vinceva sempre, era antipatico Schumacher per lo stesso motivo (ma probabilmente anche da perdente non sarebbe stato un campione di simpatia).
Anche l’Inter, che fino a qualche anno fa era la squadra più simpatica (probabilmente perché suscitava tenerezza e compassione per il fatto di non riuscire a centrare mai un obiettivo) ha seguito la stessa strada nell’anno dei record.
Poi c’è qualcuno che vince, che vince sempre, ma che è amato dai tifosi e stimato e apprezzato dai colleghi.
Il suo nome è Roger Federer, svizzero, vincitore per la quinta volta di Wimbledon e uomo imbattibile del tennis mondiale.
E’ un campione, un campione vero che rispetta gli avversari, che vince perché è inequivocabilmente il più forte.
E così gli avversari si inchinano sul campo e con le parole: Safin nel 2004 aveva detto che c’era più talento in Federer che in tutti gli altri tennisti in attività messi insieme, Bjorkman nel 2006 aveva affermato che era sempre un onore giocare con chi era così vicino alla perfezione.
Persino l’unico che riesce (soprattutto sulla terra) a tenergli testa, Rafael Nadal, ha chiesto scherzando un autografo a Roger.
Federer ha vinto di nuovo, ha battuto nuovamente Nadal nella finale di Wimbledon in 5 set e al termine della partita invece di compiacersi della sua straripante bravura ha avuto parole di stima e di apprezzamento per l’avversario, sostenendo che sta migliorando di giorno in giorno e che sarà un avversario sempre più difficile da battere.
Roger ha raggiunto Borg con cinque vittorie a Wimbledon e l’ex tennista svedese era presente sul campo per fare i complimenti allo svizzero e passargli il testimone.
Ora è lui il campione, un campione pulito che vince senza doping, senza trucchi, senza bisogno di comprare arbitri o avversari.
Inchiniamoci, sta passando il Re.


Articolo di Mike75
A Cura del Gruppo Giornalistico di ScudettoWeb

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