Il classico, per la classica

1 a 1 palla al centro. Il Derby d’Italia torna dopo un anno e mezzo e ci regala un po’ di emozioni e diversi spunti di riflessione.
La classifica innanzitutto: sempre Inter capolista, Fiorentina che si candida a vera rompiscatole del torneo, Juventus che dimostra di avere cuore e fortuna per poter raggiungere traguardi importanti; il Milan, che qualche citazione letteraria non può salvare dall’ennessimo stop casalingo e la Roma che inceppa negli stessi problemi dell’anno scorso, la superficialità con cui si affrontano le piccole squadre.
Le due rivali: l’Inter vista ieri sera è una squadra organizzata, ma poco cinica. Costruisce palle gol in quantità, ma non le sfrutta; troppo leziosa in molti momenti, sembra specchiarsi nella sua forza, essendo sicura che prima o poi sbloccherà la situazione. Un errore che ha giustamente pagato a caro prezzo.
La Juve dal lato suo ha rinunciato ad avere un gioco. La cintura predisposta a centrocampo da Ranieri non lasciava molto spazio all’invenzione, lasciando le redini ad un Nedved visibilmente a fine carriera e un Del Piero sempre più imbarazzante. Con Almiron sarebbe stata un’altra musica. La fase difensiva è orribile nel gol di Cruz, ma esemplare nel far scattare i 14 fuorigioco.
L’arbitro: ottima direzione da parte di Rocchi, ammirevoli le capacità dei suoi secondi nel segnalare i fuorigioco. Partita sempre in pugno aiutato anche da un grandissimo fair play
Il vincitore: Claudio Ranieri. Fa annullare una ammonizione a Julio Cesar spiegando all’arbitro che aveva sbagliato. Una lezione di stile da cui dovrebbe partire la rifondazione del calcio italiano.

Articolo di Zanetti Capitano
A Cura del Gruppo Giornalistico di ScudettoWeb

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