Il peso del(la) Corona e la chiamata alla responsabilità

Sono passati due mesetti dall’ultima volta che abbiamo scritto qui sul blog, ma in questi due mesi è successo di tutto.
L’ultimo mese, poi, sembra giunta l’apocalisse.
Covid-19, a dicembre sembrava potesse essere un problema limitato a qualche Paese asiatico e invece no.
Forse, la globalizzazione ed il costante distacco tra Oriente ed Occidente non hanno contribuito a far comprendere a molti la gravità della situazione in Cina che poi, ahinoi, ha avuto e sta avendo gravi implicazioni anche da noi.
Troppe cose sono state fatte probabilmente in ritardo (tralasciamo la querelle sulla sospensione delle partite di serie A perchè se ne parlassimo potrebbe sembrare una commedia).
D’altro canto ancora una volta stanno emergendo i pregi e difetti di noi italiani.
Regole, spesso “blande”. Norme, a volte, ambigue che non valgono per tutti. Mancanza di responsabilità e senso civico del singolo cittadino.
Problemi di comunicazione e fughe di notizie anzitempo per gli organi istituzionali. Arretratezza informatica sia nelle infrastrutture, sia nell’utilizzo degli strumenti informatici. Conseguente crisi economica e lavorativa globale.
Qualcosina di buono però è venuto fuori alla grande: l’altruismo di determinate categorie (medici, infermieri, volontari, settore sanitario in generale) ed il senso di appartenenza di tutti noi, indipendentemente dalla classe sociale, dal reddito, dal colore della pelle o dal luogo di nascita o professione.
Da nord a sud, da est a ovest, ogni regione, ogni città, ogni cittadino, per quanto confinato all’interno delle proprie abitazioni sta vivendo quel senso di privazione che normalmente percepisce chi nella vita ha compiuto qualche misfatto e si trova recluso.
Uscire, vedere gli amici, chiacchierare al bar, ma anche correre, fare sport all’aperto, portare i figli al parco o a scuola, andare al cinema o allo stadio, cose assolutamente normali per molti, ora che ci sono precluse dovrebbero farci comprendere quanto siamo stati fortunati.
Questa consapevolezza si spera non vada persa nel tempo e si spera che la memoria di noi italiani, per una volta, non sia a breve termine.
Dobbiamo attenerci alla regole stringenti che di giorno in giorno ci vengono imposte e questo per poter ritornare presto alla nostra vecchia routine, magari ci si augura più responsabili e consapevoli.
Purtroppo molte vite si sono spente, altre stanno lottando per resistere, cerchiamo di rispettare anche per rispetto nei loro confronti, quanto ci viene chiesto di fare da parte degli organi e delle autorità competenti.
C’è bisogno di tutti per sconfiggere questa strage di massa.
C’è bisogno di capire che ognuno di noi all’interno della collettività ha un proprio ruolo e una propria funzione.
C’è bisogno di comprendere che ognuno di noi può fare la propria parte semplicemente rispettando (per una volta) le regole.

Articolo di Kaiserniky
A Cura del Gruppo Giornalistico di ScudettoWeb

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