L’altra faccia del destino

Chi crede che il proprio destino sia già scritto avrà letto nell’incidente di Felipe Massa, in Ungheria, un’ulteriore conferma del fatalismo del cosmo. Perchè in una professione già piena di rischi come quella di un pilota di formula uno, pensare che si rischi la vita per una molla di un ammortizzatore che staccatasi da una vettura, rimbalzi sull’asfalto compiendo una traiettoria iperbolica di un centinaio di metri e, vada a colpire il casco del pilota che sopraggiunge a 200 chilometri l’ora non può essere un caso.
Un piccolo oggetto di pochi centimetri con una traiettoria imprevedibile che avendo a disposizione chilometri quadrati va a finire in un’area di 50 centimetri, in effetti, fa pensare al destino di una persona come qualcosa già scritto.
Se però approfondiamo ancora di più l’analisi, con la visione positiva della vicenda, il nostro buon Felipe, deve cominciare a credere a qualcosa che vada oltre il destino, qualcosa di soprannaturale, mistico e religioso allo stesso tempo.
Così crediamo che Massa, se accompagnato da una fede religiosa, penserà sì ai centimetri del proprio destino, ma a quei pochi che hanno fatto davvero la differenza tra la vita e la morte, facendo sì che la molla non finisse la sua diabolica traiettoria al centro della visiera del suo casco.

Articolo di Lallo
A Cura del Gruppo Giornalistico di ScudettoWeb

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