Povera Patria

Rigore, fuorigioco, fallo da ultimo uomo, prova televisiva.
Malafede, sudditanza, macchinazione, giochi di potere.
Queste sono le parole che sintetizzano meglio i commenti relativi alle ultime giornate di campionato.
Commenti che si possono ascoltare nei bar o nei circoli bocciofili, ma anche nelle radio locali oppure sui quotidiani nazionali, sportivi e non, e poi nella regina assoluta della verità: la televisione.
Ovviamente piromani travestiti da giornalisti, alimentando le fiamme delle polemiche, portano alla luce quella divisione campanilistica che da sempre contraddistingue la nostra bella penisola, che infiamma gli animi ed aumenta tirature di stampa ed audience televisive.
Piccola conseguenza, l’origine di tutto questo circo mediatico ovverosia l’antico -giuoco- del calcio diventa un triste comprimario, schiacciato dall’atavica lotta del popolo italiano tra pro e contro, guelfi e ghibellini, repubblichini e monarchici, fascisti e comunisti e chi più ne ha più ne metta.
Già così ci sarebbe poco per essere allegri ma se allarghiamo un po’ l’inquadratura lo scenario diventa ancora più desolato.
Sì perché c’è stata un’altra partita, che ha coinvolto più tifosi, giocata in Italia che ha infiammato gli animi.
Seppur impari, in quanto una delle due fazioni gioca da secoli in casa, ha coinvolto gli schieramenti con le stesse dinamiche descritte sopra, e gli stessi interpreti: nani, clown e ballerine.
Peccato che il contendere di tutto ciò non era una stupida partita di calcio, ma il diritto all’autodeterminazione dell’individuo.
Peccato che ci sia chi utilizza la vita di una persona per fare propaganda.
Peccato che pochi conoscano la sottile saggezza del silenzio.
Peccato che non c’era nulla da vincere.
Peccato.
Povera Patria.

Articolo di Lallo
A Cura del Gruppo Giornalistico di ScudettoWeb

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