Terry…bile


E’ il sogno di tutti i bambini, di tutti quelli che nascono con il pallone al piede, di tutti quelli che da grande vogliono fare il calciatore.
Muovere i primi passi nelle squadrette locali e sperare di essere uno di quei pochi che hanno le qualità tecniche, caratteriali o agonistiche per sfondare, per arrivare nel magico mondo del calcio che conta con la possibilità di diventare la bandiera della tua squadra del cuore.
E da quel momento non vai più allo stadio in curva a tifare a squarciagola, da quel momento sei tu in campo, sei tu che devi far vincere la tua squadra, sono gli altri a fare il tifo per te.
Il sogno diventa ancor di più realtà quando con la tua squadra riesci a vincere qualcosa, ti cuci lo scudetto sulla maglia e arrivi a disputare la competizione più importante del panorama europeo: la Champions League.
E’ così è capitato a John Terry capitano del Chelsea, uno di quei capitani veri, una bandiera, uno che gioca da quando aveva 14 anni nella sua squadra del cuore.
E’ arrivato alla finale di Champions League ed è stato protagonista nel bene e nel male: ha salvato la sua squadra da una probabile sconfitta con un grande intervento e poi è arrivato il momento più importante: aveva sui piedi la palla che poteva farlo entrare nella storia, che poteva coronare il suo sogno nella totalità.
Lui il capitano del Chelsea che segna il rigore decisivo e consegna la Champions League alla sua squadra, ma al momento decisivo il destino lo ha beffato facendolo scivolare, facendogli perdere la grande occasione ed il sogno è diventato un incubo.
Ricordatelo John, lo dice anche Francesco De Gregori, non è da un calcio di rigore che si vede la bravura di un giocatore, non potrai cancellare il ricordo di quell’errore, ma tu sei il capitano e un vero capitano non deve mollare mai.


Articolo di Mike75
A Cura del Gruppo Giornalistico di ScudettoWeb

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1 Response

  1. utente anonimo ha detto:

    vabbè oh, capita a tutti, è andato troppo sicuro sul rigore e ha fatto una minchiata…capita

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