Il ritorno del figliol prodigo

Una volta c’era il giocatore bandiera, quello che iniziava a giocare in una squadra e non cambiava mai.
Diventava il capitano, il punto di riferimento indiscusso di tutti i compagni e soprattutto l’idolo incontrastato dei tifosi.
Una volta era più facile, non giravano tutti i soldi di ora, non c’erano le pay tv a ricoprire di oro le squadre, il flusso migratorio verso l’estero dei giocatori italiani era pressoché nullo e c’erano pochi presidenti disposti a fare follie economiche.
Oggi la bandiera non esiste quasi più, ci sono casi rari come Maldini (ma gioca nel Milan, è difficile avere la tentazione di trovare di meglio) e pochi altri.
Oggi, invece, accade molto spesso che un calciatore giochi molti anni in una squadra, poi emigri per nuovi lidi per cercare fortuna senza però trovarla e quindi decida di tornare nella città e nella squadra dove era diventato grande.
Non sempre però la cura funziona, Luciano ad esempio è tornato a Verona ma non è stato più lo stesso giocatore di prima.
C’è un giocatore invece che nella sua squadra era diventato grande, fino ad arrivare in nazionale, poi ha cambiato, ha provato anche l’estero ma non si è più ritrovato.
Quest’anno è tornato a chiudere la carriera nell’Atalanta e nessuno si aspettava che potesse più essere decisivo.
E’ tornato ad essere il trascinatore, il leader ed il goleador ed i bergamaschi grazie a lui veleggiano nella parte alta della classifica.

Bentornato Christan Vieri… ehm Cristiano Doni!

Articolo di Mike75
A cura del Gruppo Giornalistico di ScudettoWeb

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